Penso che
nessun’altra cosa ci conforti tanto,
quanto il ricordo di un amico,
la gioia della sua confidenza
o l’immenso sollievo di esserti tu confidato a lui
con assoluta tranquillità:
appunto perché amico.
Conforta il desiderio di rivederlo se lontano,
di evocarlo per sentirlo vicino,
quasi per udire la sua voce
e continuare colloqui mai finiti.
(David Maria Turoldo)
Bruciano
i libri, bruciano le case; bruciano gli alberi; bruciano i polmoni per l’aria
fetida e fumosa; bruciano le persone per le bombe al fosforo; bruciano le tende
di eleganti teatri; brucia la fiducia dell’uomo nell’uomo; bruciano misere
baracche di contadini; brucia la speranza; brucia la verità; bruciano gli
ideali, il rispetto umano e le ideologie.
Come
in Vietnam, come in Jugoslavia, come in Afghanistan, come in Siria, come in
Iraq, come in Georgia, come in Africa, come, come, come…..
Ciao
Paolo
Avrei preferito salutarti in questo giorno con parole rasserenanti, poetiche, di dolci ricordi, di narrazione del progredire dell’umanità sulla scala del rispetto dei diritti, della solidarietà, dell’amore, dell’armonia, del progresso, della bellezza… ma come disse un filosofo: la Storia insegna che la Storia non insegna nulla. O meglio: la Storia insegna che il primitivo, l’istintiva barbarie che c’è nell’uomo continua periodicamente a riemergere e a riproporre sempre gli stessi errori, gli stessi orrori.
La Storia insegna che in nome di ideologie, deliri di potere, strategie di geopolitica, zone di influenza, guerre commerciali, la brama di conquista motivata da plagio delle coscienze si arriva a giustificare ogni crimine, ogni efferatezza e si capisce che la vita umana, la incredibile unicità di ogni vita finisce col non valere più nulla, sacrificata sull’altare di divinità paranoiche in nome di categorie del pensiero e della politica folli, spietate. Nessuna guerra ha ottenuto ciò per cui era iniziata e nessuna guerra ha migliorato la vita della gente, degli innocenti civili che sono i veri protagonisti/vittime della Storia (nel significato espresso dal libro della Elsa Morante), non gli eroi della retorica militarista/nazionalista.
Non
c’è parola, in nessun linguaggio umano, capace di consolare le cavie che non
sanno il perché della loro morte. (da: un sopravvissuto di
Hiroshima)
Tu,
da dove sei, vedi veramente che sorgerà un sole giusto per tutti, un’alba di
serenità e Amore?
Dicci
di si, Paolo, dicci che vale la pena ancora di sperare e lottare per migliorare
malgrado l’evidenza che il mondo è guidato da sete di gloria, di potere, di
avidità, di ammirazione delirante per non lasciarci travolgere e spegnere dal
cinismo, dalla rassegnazione, dall’egocentrismo scontroso e menefreghista. Che
non ci ubriacheremo sempre e sempre di consumismo, di sfruttamento e di
tirannie. Che non avremo più dubbio nel decidere se sia meglio Avere o Essere.
Dicci che non dobbiamo mollare malgrado l’onnipresenza del Male, che non
dobbiamo arrenderci, proprio come ci hai indicato e mostrato quotidianamente
nel tuo percorso di vita, nella lunga/breve stagione fra di noi in cui hai
seminato, seminato bene, seminato tanto.
Da
quando ci hai salutati è cambiata la politica, è cambiata la sanità, è cambiata
la percezione del bello e del mistero in cui siamo immersi, è cambiata
l’economia, son cambiati i rapporti
umani, il senso della giustizia….insomma, se possibile, un mondo ancora più difficile di quello già
complicato in cui hai vissuto.
Sarà
vero come diceva Enzo Biagi, che si è vecchi quando si hanno più ricordi che
speranze, ma il confronto fra i giorni di qualche decennio fa (i nostri) e gli
attuali è impietoso, anche facendo la tara sugli imbrogli della memoria e delle
nostalgie. Impegnarsi con la convinzione di poter cambiare qualcosa in meglio
pagando di persona era il segno della speranza che si faceva azione. Oggi le
incertezze, la cultura “liquida”, l’annullamento del senso del tempo insieme
alla scomparsa del “NOI” divorata dall’ IO si traducono in una ipertrofia
narcisistica che ha come “motivazione politica” solo o soprattutto non la
giustizia sociale, la solidarietà, ma l’invidia di chi ce l’ha fatta (rubando?
Sfruttando?) ad arricchirsi. Tutti parlano di diritti, soprattutto dei propri
diritti ma assai poco di doveri, dei diritti degli altri, dei marginali ed
emarginati della società, proprio quelli che tu avevi nel cuore e cui donavi il
tuo essere, il tuo sapere, le tue energie.
Basta
col mio sermone da vecchio brontolone e cinico. Mi è scappato proprio per
l’emergere del ricordo della tua vita, del tuo agire con e per gli altri, delle
tue parole. Sei talmente vivo, presente nella memoria di tanti, tantissimi, che
giusto qualche giorno fa un nostro collega approdato alla pensione, in una
intervista ha voluto dire queste parole: “…Sono arrivato in Valle d’Aosta un
po' per caso e un po' per lavoro, per sostituire il compianto dottor Mannu, che
purtroppo ci ha lasciati prematuramente e di cui sono orgoglioso di essere
stato amico…..”. Come vedi il tempo non attenua il ricordo di persone come te,
Paolo, speciali, ma anzi accentua il senso di vuoto e di perdita della tua
persona.
Ci
lasciamo solo per un po', Paolo, offrendoti una poesia che, visti i tempi bui e
faticosi, penso apprezzerai.
Ciao
Paolo, ti vogliamo bene.
"La fine e l'inizio"
di Wisława Szymborska
Dopo
ogni guerra
c'è
chi deve ripulire.
In
fondo un po' d'ordine
da
solo non si fa.
C'è
chi deve spingere le macerie
ai
bordi delle strade
per
far passare
i
carri pieni di cadaveri.
C'è
chi deve sprofondare
nella
melma e nella cenere,
tra
le molle dei divani letto,
le
schegge di vetro
e
gli stracci insanguinati.
C'è
chi deve trascinare una trave
per
puntellare il muro,
c'è
chi deve mettere i vetri alla finestra
e
montare la porta sui cardini.
Non
e' fotogenico
e
ci vogliono anni.
Tutte
le telecamere sono gia' partite
per
un'altra guerra.
Bisogna
ricostruire i ponti
e
anche le stazioni.
Le
maniche saranno a brandelli
a
forza di rimboccarle.
C'è
chi con la scopa in mano
ricorda
ancora com'era.
C'è
chi ascolta
annuendo
con la testa non mozzata.
Ma
presto
gli
gireranno intorno altri
che
ne saranno annoiati.
C'è
chi talvolta
dissotterrerà
da sotto un cespuglio
argomenti
corrosi dalla ruggine
e
li trasporterà sul mucchio dei rifiuti.
Chi
sapeva
di
che si trattava,
deve
far posto a quelli
che
ne sanno poco.
E
meno di poco.
E
infine assolutamente nulla.
Sull'erba
che ha ricoperto
le
cause e gli effetti,
c'è
chi deve starsene disteso
con
la spiga tra i denti,
perso
a fissare le nuvole.