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giovedì 3 giugno 2010

In morte di Paolo Mannu


Scrivere qualcosa per ricordare un amico è umano, parlare del mio amico Paolo un dovere insopprimibile per il cuore che trabocca di tristezza nel giorno del suo funerale. Figlio meraviglioso della Sardegna, poeta d'animo e di istinto, Medico straordinario per mestiere.
" Paolo, sarà anche vero che la vita continua e spesso lo fà con una spietata normalità, ostinazione, bellezza o volgarità, e lo fà a dispetto dei nostri sentimenti, del bisogno di capire, ricordare, fermarsi un attimo a contemplarla.
La vita continuerà, certo, ma ha perso un uomo prezioso, raro e non è una frase di circostanza.
Abbiamo sperato tutti, contro ogni evidenza, nel miracolo di riaverti nuovamente fra di noi, perdendo però di vista che il vero miracolo era già quello di averti avuto per tutti questi anni e nel modo in cui ci sei stato a fianco.
Hai saputo amare, Paolo, e dare un senso alla vita come pochi han saputo. Hai donato tutto il tuo tempo, le tue forze per stare con la gente, curarne le malattie del corpo e le ferite morali e psicologiche che le umane vicende provocano.
Il tuo “essere col popolo” non era una banale scelta populista o fideistica, ma l’espressione sincera, istintiva e naturale del pensare e agire per solidarietà, impegnandoti nel sociale secondo il miglior significato del concetto di “socialismo”.
Voglio citare, anche se è una cosa personale, una dedica che avevi scritto su un libro di poesie in lingua sarda donatomi anni fa:


verde amicizia
come le erbe
dei prati Sallereins
che ci vedono passare
ci guardano andare
ritornare
alla ricerca alla scoperta
di verdi speranze
per noi, per gli altri…..


Vi prego di fare attenzione a questa ultima riga : gli altri, cioè tutti noi, eravamo sempre nel suo cuore, nei suoi pensieri.
C’eri per curare, correre per lavoro, pensare, divertire e divertirti, arrabbiarti per le ingiustizie, consolare, indignarti contro l’uso corrotto della cosa pubblica, l’opportunismo e le menzogne. Leale nell’esporre con coerenza le tue idee, eri sempre attento ad ascoltare chi non era d’accordo con te, ostinato nel ragionarci insieme e ammettere , al bisogno e con rara onestà intellettuale, i tuoi errori di valutazione. Il tutto sempre con un rispetto umano per l’interlocutore difficile da trovare nella società d’oggi. In un mondo in cui ormai tutto ha un prezzo e quasi nulla più ha un valore, la tua generosità e onestà ti rendono un atipico e garbato provocatore delle coscienze.
Molti di noi ti han dato molto, Paolo, è vero, sia in termini di affetto, stima professionale, che amicizia. Ma con te i conti erano sempre in rosso, perché tutti abbiamo ricevuto da te assai di più di quel che cercavamo di darti.
Coi tuoi racconti, aneddoti, descrizioni ci hai insegnato ad amare la Sardegna, la tua splendida terra, e la sua fiera gente. Ne parlavi sempre con una luce bellissima negli occhi.
Questo tuo essere visceralmente attaccato al senso del dovere e all'ideale etico ti ha, come ben sappiamo, portato a donarti senza limiti trascurando sia la vita privata che la tua salute.
Il tuo amore per il bello e la capacità di stupirti in modo fanciullesco per ogni spettacolo della vita e della natura ti ha poi ispirato a celebrare e narrare con scritti, recite e poesie la commedia umana. Era il tuo modo di saper trovare nella realtà spesso mediocre, il bello, l’ironico, l’irripetibile.
Lo possiamo dire in molti, Paolo che la tua è stata un’amicizia rara, preziosa, profonda e leale. Cerchiamo di conservare, oltre alla melanconia, anche questa tua alta lezione di vita.
C’è solo una cosa che non ti perdoniamo: di lasciarci orfani della tua persona, della tua vitalità e della tua ricchezza interiore, ma come anche tu citavi da Shakespeare: siamo fatti della stessa sostanza dei sogni.
Da oggi cambia la vita di molti di noi, sai?
Cambia la vita di Christiane, Nicola e Oliviero che hai amato con intensità rara, in ogni bufera della vita come nelle giornate dolci e luminose. Renderà meno angosciante il loro percorso umano la consapevolezza di aver avuto un compagno e un padre di qualità rara e avranno modo di sentire quale e quanto affetto ha saputo seminare nel suo percorso professionale e umano.
So anche che a questo punto ti indigneresti per quanto vado dicendo, perché sei sempre stato uomo semplice, schivo, onesto e critico verso te stesso. Sapevi essere grande nella tua semplicità.
Passando da casa tua, Paolo, si vede esposta ancora la bandiera della pace, da anni ormai, anche se quasi tutti noi le abbiamo riposte.
E’ li fuori, tenera, provocatoria e scolorita dal tempo, come è scolorita la speranza di pace nel mondo sia fra i popoli che nel mondo del lavoro, che fra le singole persone. Tu abbandonavi tante cose, ma non la speranza e mi fai tornare in mente la definizione di pace data, non molto tempo fa , da uno dei pochi sopravvissuti dei bombardamenti di Hiroshima: “ Pace : è un cuore capace di sentire il dolore degli altri”.
Tu ci sei tutto in questa definizione.
Ciao, Paolo, grazie di esserci stato".

2 commenti:

smile ha detto...

grazie per aver scritto quello che tanti vorrebbero dire.
senza Mannu non sarà più la stessa cosa fare la coda in ambulatorio,andare a teatro,far visitare i miei figli che solo da lui si facevano visitare,parlare in ogni luogo della vita e dei suoi affanni e della terra e dei suoi doni...parlerò di te con chi ti ha conosciuto,parlerò di te con quelli che verranno e porterò con me quella parte di te che mi hai regalato:la speranza e lo stupore per come un fiore possa sbocciare anche in mezzo alla più grande aridità.

pegaso ha detto...

grazie a te, Smile, per le parole vissute, musicali e vere sull'amico Paolo. Sono un prezioso tassello aggiunto al desiderio di conoscerlo ancor di più attraverso chi l'ha capito, amato, apprezzato in profondità e al desiderio che tutti abbiamo di di non lasciarlo solo, ma di farlo ancora vivere in noi, per noi, sempre.
Pegaso