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mercoledì 31 maggio 2017

UN CERTO PAOLO MANNU



01/06/2017

Rieccoci Paolo per dirti forte, una volta all’anno che, in realtà sei presente nei nostri pensieri, nelle nostalgie e nei discorsi di tutti ogni giorno. E’ così che riusciamo a far si che tu non sia veramente stato rapito ai nostri sguardi, a far sì che possiamo continuare il dialogo e le riflessioni iniziate tanti anni fa.
Ho letto (ricordi le lunghe chiacchierate parlando di libri, articoli di giornale, poesie che ci siamo fatte ?) un articolo che mi ha suggestionato come se fossero parole pronunciate da te, che contengono tratti del tuo spirito, della tua idealità onesta e generosa, del tuo desiderio di un mondo migliore, giusto, equo, umano, meno volgare. Dimmi se non ci sei tu dentro queste frasi:

“…Sogno un mondo dove ci sarebbe spazio per virtù come la delicatezza, la dolcezza, il controllo di sé, la lungimiranza dei sentimenti, tutte componenti del pudore e tutte pietre fondanti di un approccio non violento alla vita. Oggi siamo prigionieri di diktat comportamentali duri, irrispettosi, violenti, volgari. Sembra impossibile sottrarsi alla legge del più forte, del  più arrogante, del più veloce. Il pudore può essere invece una forza tranquilla che ci permette di desistere da questi atteggiamenti, lasciandoci riscoprire la complessità delle cose, dei rapporti, delle relazioni.
Si può immaginare allora una vita più ricca di poesia, di meraviglia, di emozioni. Una vita meno frastornante, meno stressante, meno psicotica. Una vita fatta di piccoli gesti e attenzioni, di leggere intuizioni e consigli, di dolci sostegni. Si scoprirebbe un mondo pacifico e caldo, fatto di rispetto, di altruismo, di amore. Un mondo dove ognuno è degno, ognuno è uguale, ognuno è portatore di speranza. Lontano mille miglia dal mondo della competizione, della sopraffazione, del trionfo dell’individualismo” .

( Christoph Baker )



E tu, ben lo sappiamo e lo ricordiamo, in ogni tuo gesto cercavi di costruire il mondo in cui ti sarebbe piaciuto vivere, in cui avresti desiderato che si potessero muovere i tuoi figli e nipoti. Come vedi la realtà è ben altra cosa dal tuo sogno, con disprezzo dell’altro visto come intruso, ostacolo alla realizzazione paranoica dell’Ego o al massimo come “risorsa” da usare cinicamente, da sfruttare, da considerare solo in funzione di un tornaconto personale. Ce n’è di strada da fare ancora Paolo per umanizzare l’umanità e ci sarebbe bisogno del tuo aiuto, accidenti. Venti di guerra; governanti che sono o folli megalomani e tiranni o insignificanti umanamente e culturalmente, incapaci e squallidi ladri di galline; ricchi che han vinto la loro lotta di classe diventando sempre più ricchi a danno dei poveri sempre più poveri e senza speranza; un futuro incerto per i nostri figli come non mai. Che dire, Paolo, da ormai vecchi idealisti? Aiutaci a non perdere almeno la capacità di sperare, di sognare, di innamorarci malgrado tutto della vita, della sua bellezza. Di non lasciarci seppellire da vivi nella rassegnazione e dal senso di sconfitta.