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domenica 20 dicembre 2015

E' ancora Natale per chi è adulto












E’ ancora Natale   

…….banche che saltano affamando piccoli risparmiatori; lo Stato che massacra di tasse tutti e riduce al lastrico i pensionati presenti e futuri; l’ISIS coi suoi orrori; gli impulsi animali di troppi che portano ai femminicidi; la Chiesa sempre meno credibile (povero Gesù!!!) perché profana i bambini, vive nello sperpero, nel lusso, nella corruzione, nell’ipocrisia, nella complicità coi potenti e coi ricchi come e più del mondo dei senzadio; la temperatura che sale e lentamente distrugge quella meraviglia che si chiama Terra; i milioni di rifugiati e profughi che non sanno dove andare; la fame nel mondo sempre a livelli immorali considerando la spesa militare globale; i terremoti  devastanti; le malattie che spengono la gioia di vivere di bimbi e vecchi; i giovani ormai incatenati mano e occhi al loro “egofonino” mentre attorno passano le stagioni e non le vedono; la finanza mondiale che tiene sotto scacco l’economia reale e i governi; bambini che affogano navigando per fuggire dall’orrore delle guerre; corruzione ed evasione che riducono in povertà la nostra piccola e meravigliosa Italia…….
Fermate il mondo, voglio scendere!
E per tutto questo io che ci posso fare?
Boh?
Niente!
Forse cercare di essere onesto, paziente, solidale, laborioso, affettuoso e gioioso in famiglia. Servirà? Non so, ma non posso certo cambiarlo io il mondo. E allora….?
Allora anche quest’anno faccio il Presepio e l’albero.
Nei momenti della storia in cui tutto sfugge di mano perché enormemente più grande, incomprensibile, quando gli orizzonti scompaiono e al posto dello stomaco ti trovi una pietra gelata, conviene fare come diceva Voltaire, coltivare il proprio piccolo giardino** .
Quindi mi metto a fare il Presepio e l’albero. Da solo, come sempre, perché nessuno – come sempre – ha tempo per aiutarmi. Pazienza. Sdrammatizzo dicendo e dicendomi che “il presepio è una cosa troppo seria per lasciarla fare a chicchessia o, men che meno, ai bambini“.
Mentre salendo le scale porto delle grosse pietre particolari per la scenografia trovate nei boschi ( non il Ministro, quelli veri ) passo davanti alla porta socchiusa di mia figlia e dalla fessura scorgo all’altezza del mio ombelico un paio di occhiali azzurri con dietro occhi stupiti che mi spiano sospettosi come fossi un marziano.
Poi attacco a costruire il Presepio. 
Devo recuperare le decorazioni nel sottotetto che è molto basso. Cammino con la tipica postura di Quasimodo ( di Notre Dame, non il Nobel per la letteratura ) e quando la schiena mi fa troppo male mi raddrizzo un pò picchiando con la testa contro un trave. Allora mi chino di nuovo, procedo, mi raddrizzo e ribatto ancora la testa. Dalla porta della soffitta spuntano i famosi occhiali azzurri con una bimba magrolina dietro che mi fissa seria. La guardo e lei mi chiede “cosa fai ?“ e io “cerco di fare il Presepio”  e dentro di me spero in un moto di pena da parte sua e l’offerta di aiutarmi, tanto più che lei è piccina e nel sottotetto ci girerebbe come al Colosseo.
Niente. Solo uno sguardo di compatimento e se ne va dicendo “ma perché lo fai così?” indicando la testa con cui ho dato delle zuccate. Rimango impietrito. Poi me la rido e completo il percorso. Intanto sento la nipotina che rientra in casa e dice ad alta voce: “ Mamma, c’è il nonno che fa il presepio con le testate”.
Lasciamo perdere.
Ho finito a notte fonda il Presepio e il risultato è gratificante. Mi congratulo con chi ha collaborato: me stesso.
Naturalmente ho fatto un po’ di ironia, ma in effetti il Piccolo Mondo è questo. In realtà sono abbondantemente ripagato dallo stupore delle bimbe quando vedranno sia il Presepio ( che cerco di fare ogni anno differente ) che l’albero, dalla cagnara che eccitate faranno durante il pranzo di Natale, dalla gioia di avere tutti i parenti a tavola compresi quelli che han lasciato questa dimensione, ma che sono ben vivi dentro i nostri cuori. Son queste le cose che danno senso al quotidiano. Il dono più prezioso – anche se magari fan tirare qualche sacramento sul momento – è la loro (delle nipotine) gioia chiassosa, la capacità  di meravigliarsi, stupirsi, sorridere, divertirsi con nulla, pensare solo al presente. I bambini sono la parte migliore dell’umanità. Poi diventano adulti e........ fine dell’incantesimo.
Godiamoci questi giorni pieni di sorrisi, magari un po’ forzati ma pur sempre sorrisi, di buoni propositi, di speranze e col desiderio che siano in quantità tale da seppellire il cinismo, il realismo senza poesia, le delusioni e gli egoismi. Speriamo veramente che la Misericordia così invocata e cara a Papa Francesco migliori un pò la specie umana.
Chiacchiere piccolo-borghesi? Intimismo rinunciatario? Minimalismo gradito ai poteri forti che son ben contenti di avere masse da manipolare perché miti? Buonismo qualunquista? Può darsi, ma da San Francesco, da “la Storia” di Elsa Morante, da Gandhi, Mandela e da infiniti altri “piccoli“ nella storia quotidiana degli ultimi 5000 anni si capisce – a saperla leggere con attenzione - che la costruzione o ricostruzione del mondo, della pace, del bene, del sapere, dell’arte, della poesia non la dobbiamo alle grandiose ideologie, ai grandi ideali e relative rivoluzioni e poi guerre e poi guerre di liberazione, poi terrorismo, sfruttamento, ma bensì alla mitezza di chi sa – appunto – coltivare il piccolo giardino dei sentimenti, degli affetti, della solidarietà, dell’ascolto, del camminare vicini a chi nella vita ha un passo più lento, dello sporcarsi le mani e del lavorare per produrre onestamente e non per sfruttare gli altri solo per accumulare spropositate ricchezze e glorie. Il mondo può migliorare solo con la rivoluzione dei piccoli, dei miti, di chi ha capito come diceva bene R. Follerau che occorre “cambiare noi per cambiare il mondo”. Meglio essere piccolo borghesi in un mondo pacifico e solidale o "eroi" fra cadaveri e miseria?
Retorica? Può darsi. Vicino al S. Natale si corre il rischio di farne, ma mentre lasciamo ai grandi e ai giovani la costruzione del futuro, a noi tocca quotidianamente attendere alla manutenzione del presente riscaldandoci con qualche parola in cui crediamo. Ci proviamo, almeno.
Buon Natale (è politicamente corretto ?...) e Buon Anno Nuovo amici.


     


* *  I giusti

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che intuisce un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
                                                                               ( J. Louis Borges )


 

lunedì 1 giugno 2015

CINQUE ANNI


Cos'è un poeta.....

" accendere una lampada e sparire
questo fanno i poeti,
ma le scintille che hanno ravvivato,
se vivida è la luce,
durano come Soli.
Ogni età una lente 
che sparge
il loro calore"
              ( Emily Dickinson )


Come dire, Paolo, che la tua voce risuona sempre attorno e dentro di noi.
Ci manchi più che mai.