01/06/2014
Caro
Paolo
per
chi ti ha voluto bene l’appuntamento col ricordo e la nostalgia è quotidiano,
ma i riti umani vogliono che nella ricorrenza annuale della scomparsa di una
persona che ci riempie il cuore e la mente questa venga ricordata pubblicamente e con
più forza.
Il
tempo, è vero, rende meno crudele il dolore, ma non attenua affatto il bisogno
e la capacità di ricordare.
Ti
faccio ridere adesso.
Continuo
a incontrare nei posti più impensati gente che ti ha conosciuto, non solo in Valdigne o in Valle, e che ha
provato stima e affetto per te. Tutti dicono cose belle e vere ricordando chi
eri, come ti han conosciuto, il cuore che ci mettevi in ogni tuo impegno
professionale, umano, sociale, ludico o politico che fosse. Molti concludono
dicendo: ”eravamo amici“ oppure “molto amici“, creando in me un accenno di
sentimento di gelosia. Adesso puoi ridere.
Pensavo
di avere con te un legame di amicizia, intellettuale e ideale privilegiato, quasi
unico al punto di farmi ripetere in tante occasioni che se mai avessi avuto un
fratello avrei voluto fosse stato come te.
Poi
penso e capisco al volo. Quando si è come te speciali, intensi, profondi
nell’attimo che stai vivendo, si dà ad ogni incontro il carisma della totale
dedizione, si esce da se stessi per essere tutto per l’altro, anche se si è
oberati di lavoro, stanchi, anche nelle cose piccole o nel semplice ascolto di
un disagio, timore, infelicità così come nella condivisione di un entusiasmo,
di una poesia, di una passione, di una
festa.
Questo
tuo avere tantissime persone che ti han considerato loro amico ( non solo
“bravo”, ma proprio “amico” ) dice più di ogni altra cosa che valore hai dato
alla tua vita e a quella di chi ti incontrava, consultava, frequentava.
Paolo, continua a farci sentire ingiusto e
incolmabile il vuoto che hai lasciato.
Ti
dedico un brano che parla, appunto, dell’amicizia per sentire ancora un po’ il
calore della tua presenza.
E un adolescente disse:
“Parlaci
dell’Amicizia”.
E lui rispose
dicendo:
L’amico è la
risposta
al vostro bisogno.
È il campo che
seminate con amore
e mietete con
riconoscenza.
È la vostra mensa
e il vostro
focolare.
Poiché, affamati,
vi rifugiate in lui
e lo ricercate per
trovarvi pace.
Quando l’amico vi
confida il suo pensiero,
non negategli la
vostra approvazione,
né abbiate paura di
contraddirlo.
E quando tace,
il vostro cuore non
smetta
di ascoltare il suo
cuore:
Nell’amicizia ogni
pensiero,
ogni desiderio,
ogni attesa
nasce in silenzio e
viene condiviso
con silenziosa
gioia.
Quando vi separate
dall’amico
non rattristatevi:
La sua assenza può
chiarirvi
ciò che in lui più
amate,
così come per lo
scalatore
la montagna appare
più chiara dalla pianura.
E non vi sia
nell’amicizia altro scopo
che
l’approfondimento dello spirito.
Poiché l’amore che
non cerca in tutti i modi
di spiegare sé
stesso,
non è amore,
ma una rete
lanciata in avanti
e che imprigiona
solo ciò che non ha valore.
E il meglio di voi
sia per l’amico vostro.
Se lui dovrà
conoscere
il riflusso della
vostra marea,
fate che ne conosca
anche la piena.
Quale amico è il
vostro,
per cercarlo nelle
ore di morte?
Cercatelo sempre
nelle ore di vita.
Poiché lui può
colmare ogni vostro bisogno,
ma non il vostro
vuoto.
E nella dolcezza
dell’amicizia
ci siano risate e
la condivisione dei piaceri.
Poiché nella
rugiada delle piccole cose
il cuore ritrova il
suo mattino e si ristora.
( Il Profeta : Khalil
Gibran )
Ciao Paolo…..