Visualizzazioni totali

sabato 31 maggio 2014

a Paolo: sull'amicizia

01/06/2014

Caro Paolo

per chi ti ha voluto bene l’appuntamento col ricordo e la nostalgia è quotidiano, ma i riti umani vogliono che nella ricorrenza annuale della scomparsa di una persona che ci riempie il cuore e la mente questa venga ricordata pubblicamente e con più forza.
Il tempo, è vero, rende meno crudele il dolore, ma non attenua affatto il bisogno e la capacità di ricordare.
Ti faccio ridere adesso.
Continuo a incontrare nei posti più impensati gente che ti ha conosciuto,  non solo in Valdigne o in Valle, e che ha provato stima e affetto per te. Tutti dicono cose belle e vere ricordando chi eri, come ti han conosciuto, il cuore che ci mettevi in ogni tuo impegno professionale, umano, sociale, ludico o politico che fosse. Molti concludono dicendo: ”eravamo amici“ oppure “molto amici“, creando in me un accenno di sentimento di gelosia. Adesso puoi ridere.
Pensavo di avere con te un legame di amicizia, intellettuale e ideale privilegiato, quasi unico al punto di farmi ripetere in tante occasioni che se mai avessi avuto un fratello avrei voluto fosse stato come te.
Poi penso e capisco al volo. Quando si è come te speciali, intensi, profondi nell’attimo che stai vivendo, si dà ad ogni incontro il carisma della totale dedizione, si esce da se stessi per essere tutto per l’altro, anche se si è oberati di lavoro, stanchi, anche nelle cose piccole o nel semplice ascolto di un disagio, timore, infelicità così come nella condivisione di un entusiasmo, di una poesia, di  una passione, di una festa.
Questo tuo avere tantissime persone che ti han considerato loro amico ( non solo “bravo”, ma proprio “amico” ) dice più di ogni altra cosa che valore hai dato alla tua vita e a quella di chi ti incontrava, consultava, frequentava.
 Paolo, continua a farci sentire ingiusto e incolmabile il vuoto che hai lasciato.
Ti dedico un brano che parla, appunto, dell’amicizia per sentire ancora un po’ il calore della tua presenza.

E un adolescente disse:
“Parlaci dell’Amicizia”.
E lui rispose dicendo:
L’amico è la risposta
al vostro bisogno.
È il campo che seminate con amore
e mietete con riconoscenza.
È la vostra mensa
e il vostro focolare.
Poiché, affamati, vi rifugiate in lui
e lo ricercate per trovarvi pace.
Quando l’amico vi confida il suo pensiero,
non negategli la vostra approvazione,
né abbiate paura di contraddirlo.
E quando tace,
il vostro cuore non smetta
di ascoltare il suo cuore:
Nell’amicizia ogni pensiero,
ogni desiderio, ogni attesa
nasce in silenzio e viene condiviso
con silenziosa gioia.
Quando vi separate dall’amico
non rattristatevi:
La sua assenza può chiarirvi
ciò che in lui più amate,
così come per lo scalatore
la montagna appare più chiara dalla pianura.
E non vi sia nell’amicizia altro scopo
che l’approfondimento dello spirito.
Poiché l’amore che non cerca in tutti i modi
di spiegare sé stesso,
non è amore,
ma una rete lanciata in avanti
e che imprigiona solo ciò che non ha valore.
E il meglio di voi sia per l’amico vostro.
Se lui dovrà conoscere
il riflusso della vostra marea,
fate che ne conosca anche la piena.
Quale amico è il vostro,
per cercarlo nelle ore di morte?
Cercatelo sempre nelle ore di vita.
Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno,
ma non il vostro vuoto.
E nella dolcezza dell’amicizia
ci siano risate e la condivisione dei piaceri.
Poiché nella rugiada delle piccole cose
il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.
                       ( Il Profeta : Khalil Gibran )





Ciao Paolo…..