01/06/2017
Rieccoci Paolo
per dirti forte, una volta all’anno che, in realtà sei presente nei nostri
pensieri, nelle nostalgie e nei discorsi di tutti ogni giorno. E’ così che
riusciamo a far si che tu non sia veramente stato rapito ai nostri sguardi, a
far sì che possiamo continuare il dialogo e le riflessioni iniziate tanti anni
fa.
Ho letto (ricordi
le lunghe chiacchierate parlando di libri, articoli di giornale, poesie che ci
siamo fatte ?) un articolo che mi ha suggestionato come se fossero parole
pronunciate da te, che contengono tratti del tuo spirito, della tua idealità
onesta e generosa, del tuo desiderio di un mondo migliore, giusto, equo, umano,
meno volgare. Dimmi se non ci sei tu dentro queste frasi:
“…Sogno un
mondo dove ci sarebbe spazio per virtù come la delicatezza, la dolcezza, il
controllo di sé, la lungimiranza dei sentimenti, tutte componenti del pudore e
tutte pietre fondanti di un approccio non violento alla vita. Oggi siamo
prigionieri di diktat comportamentali duri, irrispettosi, violenti, volgari.
Sembra impossibile sottrarsi alla legge del più forte, del più arrogante, del più veloce. Il pudore può
essere invece una forza tranquilla che ci permette di desistere da questi
atteggiamenti, lasciandoci riscoprire la complessità delle cose, dei rapporti,
delle relazioni.
Si può
immaginare allora una vita più ricca di poesia, di meraviglia, di emozioni. Una
vita meno frastornante, meno stressante, meno psicotica. Una vita fatta di piccoli
gesti e attenzioni, di leggere intuizioni e consigli, di dolci sostegni. Si
scoprirebbe un mondo pacifico e caldo, fatto di rispetto, di altruismo, di
amore. Un mondo dove ognuno è degno, ognuno è uguale, ognuno è portatore di
speranza. Lontano mille miglia dal mondo della competizione, della
sopraffazione, del trionfo dell’individualismo” .
( Christoph Baker )
E tu, ben lo sappiamo
e lo ricordiamo, in ogni tuo gesto cercavi di costruire il mondo in cui ti
sarebbe piaciuto vivere, in cui avresti desiderato che si potessero muovere i
tuoi figli e nipoti. Come vedi la realtà è ben altra cosa dal tuo sogno, con disprezzo
dell’altro visto come intruso, ostacolo alla realizzazione paranoica dell’Ego o
al massimo come “risorsa” da usare cinicamente, da sfruttare, da considerare
solo in funzione di un tornaconto personale. Ce n’è di strada da fare ancora
Paolo per umanizzare l’umanità e ci sarebbe bisogno del tuo aiuto, accidenti. Venti
di guerra; governanti che sono o folli megalomani e tiranni o insignificanti
umanamente e culturalmente, incapaci e squallidi ladri di galline; ricchi che
han vinto la loro lotta di classe diventando sempre più ricchi a danno dei
poveri sempre più poveri e senza speranza; un futuro incerto per i nostri figli
come non mai. Che dire, Paolo, da ormai vecchi idealisti? Aiutaci a non perdere
almeno la capacità di sperare, di sognare, di innamorarci malgrado tutto della
vita, della sua bellezza. Di non lasciarci seppellire da vivi nella rassegnazione
e dal senso di sconfitta.