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sabato 31 dicembre 2022

ADDIO, TUTTO HA UNA FINE, SPECIALMENTE SE INUTILE




 QUESTO BLOG NON HA PIU' SENSO E HA FINITO DI ABBAIARE ALLA LUNA. 

L'umanità, la verità, l'amore, i sentimenti, il diritto, la tenerezza, la solidarietà, son tutti sepolti, fuori rimane solo la parte più brutta della storia dell'umanità. Posso presuntuosamente dissociarmi dal cosiddetto vertice dell'evoluzione dell'homo erectus, sapiens, sapiens sapiens? Continuare a essere considerato un patetico idealista e sognatore?

lunedì 30 maggio 2022

PAOLO CAMMINA, ANCORA, SEMPRE CON NOI


 01/06/2022

                                                             Il ricordo di un amico

Penso che nessun’altra cosa ci conforti tanto,
quanto il ricordo di un amico,
la gioia della sua confidenza
o l’immenso sollievo di esserti tu confidato a lui
con assoluta tranquillità:
appunto perché amico.
Conforta il desiderio di rivederlo se lontano,
di evocarlo per sentirlo vicino,
quasi per udire la sua voce
e continuare colloqui mai finiti.

(David Maria Turoldo)

Bruciano i libri, bruciano le case; bruciano gli alberi; bruciano i polmoni per l’aria fetida e fumosa; bruciano le persone per le bombe al fosforo; bruciano le tende di eleganti teatri; brucia la fiducia dell’uomo nell’uomo; bruciano misere baracche di contadini; brucia la speranza; brucia la verità; bruciano gli ideali, il rispetto umano e le ideologie.


Come in Vietnam, come in Jugoslavia, come in Afghanistan, come in Siria, come in Iraq, come in Georgia, come in Africa, come, come, come…..

 

Ciao Paolo

Avrei preferito salutarti in questo giorno con parole rasserenanti, poetiche, di dolci ricordi, di narrazione del progredire dell’umanità sulla scala del rispetto dei diritti, della solidarietà, dell’amore, dell’armonia, del progresso, della bellezza… ma come disse un filosofo: la Storia insegna che la Storia non insegna nulla. O meglio: la Storia insegna che il primitivo, l’istintiva barbarie che c’è nell’uomo continua periodicamente a riemergere e a riproporre sempre gli stessi errori, gli stessi orrori.


La Storia insegna che in nome di ideologie, deliri di potere, strategie di geopolitica, zone di influenza, guerre commerciali, la brama di conquista motivata da plagio delle coscienze si arriva a giustificare ogni crimine, ogni efferatezza e si capisce che la vita umana, la incredibile unicità di ogni vita finisce col non valere più nulla, sacrificata sull’altare di divinità paranoiche in nome di categorie del pensiero e della politica folli, spietate. Nessuna guerra ha ottenuto ciò per cui era iniziata e nessuna guerra ha migliorato la vita della gente, degli innocenti civili che sono i veri protagonisti/vittime della Storia (nel significato espresso dal libro della Elsa Morante), non gli eroi della retorica militarista/nazionalista.

 

Non c’è parola, in nessun linguaggio umano, capace di consolare le cavie che non sanno il perché della loro morte. (da: un sopravvissuto di Hiroshima)

 

Tu, da dove sei, vedi veramente che sorgerà un sole giusto per tutti, un’alba di serenità e Amore?

Dicci di si, Paolo, dicci che vale la pena ancora di sperare e lottare per migliorare malgrado l’evidenza che il mondo è guidato da sete di gloria, di potere, di avidità, di ammirazione delirante per non lasciarci travolgere e spegnere dal cinismo, dalla rassegnazione, dall’egocentrismo scontroso e menefreghista. Che non ci ubriacheremo sempre e sempre di consumismo, di sfruttamento e di tirannie. Che non avremo più dubbio nel decidere se sia meglio Avere o Essere. Dicci che non dobbiamo mollare malgrado l’onnipresenza del Male, che non dobbiamo arrenderci, proprio come ci hai indicato e mostrato quotidianamente nel tuo percorso di vita, nella lunga/breve stagione fra di noi in cui hai seminato, seminato bene, seminato tanto.


Le tue amate montagne

Da quando ci hai salutati è cambiata la politica, è cambiata la sanità, è cambiata la percezione del bello e del mistero in cui siamo immersi, è cambiata l’economia,  son cambiati i rapporti umani, il senso della giustizia….insomma, se possibile,  un mondo ancora più difficile di quello già complicato in cui hai vissuto.

Sarà vero come diceva Enzo Biagi, che si è vecchi quando si hanno più ricordi che speranze, ma il confronto fra i giorni di qualche decennio fa (i nostri) e gli attuali è impietoso, anche facendo la tara sugli imbrogli della memoria e delle nostalgie. Impegnarsi con la convinzione di poter cambiare qualcosa in meglio pagando di persona era il segno della speranza che si faceva azione. Oggi le incertezze, la cultura “liquida”, l’annullamento del senso del tempo insieme alla scomparsa del “NOI” divorata dall’ IO si traducono in una ipertrofia narcisistica che ha come “motivazione politica” solo o soprattutto non la giustizia sociale, la solidarietà, ma l’invidia di chi ce l’ha fatta (rubando? Sfruttando?) ad arricchirsi. Tutti parlano di diritti, soprattutto dei propri diritti ma assai poco di doveri, dei diritti degli altri, dei marginali ed emarginati della società, proprio quelli che tu avevi nel cuore e cui donavi il tuo essere, il tuo sapere, le tue energie.

Basta col mio sermone da vecchio brontolone e cinico. Mi è scappato proprio per l’emergere del ricordo della tua vita, del tuo agire con e per gli altri, delle tue parole. Sei talmente vivo, presente nella memoria di tanti, tantissimi, che giusto qualche giorno fa un nostro collega approdato alla pensione, in una intervista ha voluto dire queste parole: “…Sono arrivato in Valle d’Aosta un po' per caso e un po' per lavoro, per sostituire il compianto dottor Mannu, che purtroppo ci ha lasciati prematuramente e di cui sono orgoglioso di essere stato amico…..”. Come vedi il tempo non attenua il ricordo di persone come te, Paolo, speciali, ma anzi accentua il senso di vuoto e di perdita della tua persona.

Ci lasciamo solo per un po', Paolo, offrendoti una poesia che, visti i tempi bui e faticosi, penso apprezzerai.

Ciao Paolo, ti vogliamo bene.

 

"La fine e l'inizio"

        di Wisława Szymborska

 

Dopo ogni guerra

c'è chi deve ripulire.

In fondo un po' d'ordine

da solo non si fa.

 

C'è chi deve spingere le macerie

ai bordi delle strade

per far passare

i carri pieni di cadaveri.

 

C'è chi deve sprofondare

nella melma e nella cenere,

tra le molle dei divani letto,

le schegge di vetro

e gli stracci insanguinati.

 

C'è chi deve trascinare una trave

per puntellare il muro,

c'è chi deve mettere i vetri alla finestra

e montare la porta sui cardini.

 

Non e' fotogenico

e ci vogliono anni.

Tutte le telecamere sono gia' partite

per un'altra guerra.

 

Bisogna ricostruire i ponti

e anche le stazioni.

Le maniche saranno a brandelli

a forza di rimboccarle.

 

C'è chi con la scopa in mano

ricorda ancora com'era.

C'è chi ascolta

annuendo con la testa non mozzata.

Ma presto

gli gireranno intorno altri

che ne saranno annoiati.

 

C'è chi talvolta

dissotterrerà da sotto un cespuglio

argomenti corrosi dalla ruggine

e li trasporterà sul mucchio dei rifiuti.

 

Chi sapeva

di che si trattava,

deve far posto a quelli

che ne sanno poco.

E meno di poco.

E infine assolutamente nulla.

 

Sull'erba che ha ricoperto

le cause e gli effetti,

c'è chi deve starsene disteso

con la spiga tra i denti,

perso a fissare le nuvole.



Fiori delle nostre montagne per te Paolo