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venerdì 30 dicembre 2016

Natale laico, ma per davvero



“Babbo Natale non esiste”: direttore d’orchestra gela i bambini e viene cacciato dall’organizzazione
Fiumi di proteste sui social network dopo la frase del maestro Giacomo Loprieno durante lo spettacolo Disney in Concert: Frozen andato in scena all’Auditorium di Roma ( La Stampa 31/12/2016)

Basta letterina di Natale, mi son rotto le…. !
Chiedo scusa se è una sorta di ripetizione rispetto al post precedente, ma la misura è colma.

D’altronde il Natale non esiste più, son riusciti a sterminarlo. Non c’era riuscito l’Illuminismo, ne il Comunismo, ne l’Islam. Ce l’abbiamo fatta tutto da soli, lentamente , inesorabilmente, scientificamente.
Un po’ alla volta la magia dei doni come premio col ruolo anche educativo alle regole della vita prima ancora che della promessa di un Superpremio inteso come Paradiso per i Giusti, si è banalizzata.  Anche nella società il premio è la risultante di impegno, correttezza, solidarietà, onestà. Almeno così dovrebbe essere. E non cominciamo a fare l’elenco dei politici, carrieristi, lecchini, i Corona, le zoccole, i mafiosi, gli amministratori corrotti, ipocriti e i preti falsi da superattico a Roma che si arricchiscono e vivono alla grande senza meriti. Spesso li acciuffano e li processano e la pagano.
Torniamo al dunque.
Nessuno si è scandalizzato del fatto che nel giro di pochi anni si sono azzerati  due millenni di cultura cristiana ( uso questa locuzione per uscire dalla scelta individuale di fede e di scelta religiosa ) in questo modo:
1.       Sostituendo  Gesù Bambino quale portatore di doni con un certo sedicente Babbo Natale.
2.       Proibendo nelle scuole i presepi, i canti natalizi che anche solo lontanamente parlino di Gesù e sostituendole con generiche canzoni con la neve, le renne ( quante ne avete viste dal vero ?), l’amore, l’amicizia. In nome di chi se il mondo è oramai una pentola a pressione carica di egoismo, superficialità, narcisismo, nichilismo devastante, solitudine informatica e consumismo consolatorio manipolato?
3.       Il calendario di Avvento  pian piano ha eliminato le figure  che anche lontanamente possono richiamare la Fede Cristiana e si è trasformato in una serie di stucchevoli immagini “invernali” , di “interni felici con famiglia”, di slitte e cervi all’orizzonte. Se non addirittura di “premi” ipercalorici quotidiani dietro immagini assurde del calendario della Ferrero. Boh?
4.       I bimbi scrivono la letterina  a Babbo Natale  e non a Gesù Bambino . E’ una frottola, vero, quella che la letterina la leggerà  Gesù Bambino  e che esaudirà i desideri? Certo. In onore del principio di realtà aboliamo la letterina a Gesù, ma per piacere anche quella all’odioso e consumistico  Babbo Natale  CHE NON ESISTE  se non nei perimetri dei supermercati e mercatini natalizi!
5.       La magia del dono è sparita comunque. Un tempo era gioia ogni cosa che, inaspettata , arrivava. Da un mandarino a un paletò nuovo e finalmente della misura giusta, dalle biglie di vetro colorate alla grù che nemmeno desideravi ma ti sorprendeva. Ora indottrinati e plagiati dalla televisione e dal fottutissimo smartphone i bambini sanno di preciso cosa desiderare e ordinare a quel coglione di Babbo Natale nel tripudio delle voglie alla moda. Se poi la famiglia in difficoltà economica non esaudisce i desideri del Piccolo Imperatore ( I FIGLI ) apriti cielo.
6.       Nessuno (se non per qualche strumentalizzazione politica) si è indignato per l’azzeramento della cultura del Natale in onore della laicità dello Stato e per non urtare la sensibilità di immigrati di altre fedi. Continuando così l’Islam ( per dirne una ) conquisterà l’occidente senza colpo ferire: facciamo tutto da soli vergognandoci di quel che siamo. Se devo dire la mia sarebbe anche importante laicizzare lo Stato abolendo l’obbligo di parlare italiano come lingua comune: potrebbe offendere la sensibilità e le radici culturali  degli ospiti …….
7.  Postilla. Scandalo immenso, invece, per il fatto che un direttore d’orchestra si è preso la briga di dichiarare che Babbo Natale non esiste. Non so se verrà pubblicamente frustato o processato o se verrà radiato dalla categoria dei direttori d’orchestra per aver detto una verità ( antimodernista e anti consumista ).
8.       Proposta ( e la pianto lì ): dal 2017 in nome della modernità e laicità dello Stato dovrebbe essere tassativamente proibito con penali e processi di nominare il Natale in ogni tipo di pubblicità commerciale che ci perseguita per 6-8 settimane prima che arrivi quel famoso 25 Dicembre. Sempre in nome dello stato laico, della pluralità delle culture e per una ruffiana furbizia commerciale ( e se gli islamici non comprassero il panettone, i giochi, le palle per l’albero – altro simbolo pagano - etc. perché espressione di una fede eretica e condannata?).

Basta prostituirsi in nome del profitto e offendere la sensibilità dei Cattolici veri ( In Italia battezzati e quindi cattolici saremmo il 91%, quelli praticanti molti meno, ma pur sempre 30 milioni di “italiani”.
Buon anno malgrado tutto.

martedì 31 maggio 2016

Paolo Mannu e il tempo sospeso


Ciao Paolo
Se vuoi sapere qualcosa di quaggiù cominciamo con le cose belle. Hai visto che splendida festa in tuo onore l’estate scorsa in piazza a Morgex?
Era stracolma di persone che conservavano, ciascuno, un brandello immortale del tuo passaggio nel mondo. Ci hai fatto di nuovo sorridere, inumidire gli occhi, riflettere, commuovere, stupire con la tua parola, l’inventiva, l’amore dichiarato per il territorio e la gente di Morgex. C’erano tua sorella con Christiane. Avevamo tutti la necessità di confidarci il peso del tuo vuoto, narrare un aneddoto, confessare una intima sensazione, la bellezza della tua generosità e passione per l’impegno a tutto campo: sociale, lavorativo, familiare, culturale, interpersonale. Una rievocazione come quella non è da tutti, Paolo, no, credimi.
Noi qui del mondo, dell’uomo, del senso di tutto ciò ci capiamo sempre un pò meno, cerchiamo significati che come mosche sfuggono appena credi di averle afferrate;  fingiamo di avere delle certezze e di sapere dove vogliamo arrivare. Facciamo allora l’unica cosa che possiamo: provare ogni giorno a ripartire e continuare a vivere. E dire parole, scrivere parole per non perderci, per inventare emozioni, per tentare di strappare all’oblio il bello, il giusto, il vero, un sentimento. Come tu sapevi fare in modo sublime e come è descritto in questo brano che ti offro.

“ I monti  incombono sulla vita e sulla morte e su queste case che si stringono una all’altra sulla lingua di terra. Viviamo nel fondo di una conca, il giorno passa, si fa  sera, si riempie a poco a poco di tenebre, poi si accendono le stelle. Brillano in eterno sopra di noi, come se portassero un messaggio urgente, ma quale, e da parte di chi? Cosa vogliono da noi, o forse piuttosto, cosa vogliamo noi da loro?
C’è ben poco di noi, oggi, che evoca la luce. Siamo molto più vicini alle tenebre, siamo quasi tenebra, l’unica cosa che ci resta sono i ricordi e poi la speranza che si è però affievolita, continua a poco a poco a estinguersi e presto somiglierà a una stella fredda, un lugubre blocco di roccia. Eppure un paio di cose sulla vita le sappiamo, e anche sulla morte, e possiamo dirle: abbiamo fatto tutta questa strada per incantarci e per smuovere il destino.………..
Vita e ricordi che si sono consumati secondo l’implacabile legge del tempo. E’ questo che vogliamo cambiare. Le nostre parole sono come squadre di salvataggio che non rinunciano alla ricerca, il loro scopo è riscattare gli eventi passati e le vite ormai spente dal buco nero dell’oblio, e non è compito da poco, ma può anche darsi che, chissà, magari salvino anche noi, prima che sia troppo tardi. Per il momento basta così, ti consegniamo le nostre parole, queste squadre di soccorritori smarriti e dispersi, insicuri del loro ruolo, tutte le bussole rotte, le carte geografiche strappate o superate, ma tu accettale comunque. Poi, staremo a vedere.“
Da “Paradiso e Inferno“ di Jon Kalman Stèfansson


Ciao Paolo, continua a farci sentire la tua presenza.